Il sabato sera è improrogabilmente cena fuori, se poi si può andare in un locale nuovo bene, in un locale nuovo che ha appena aperto ANCORA MEGLIO. Per questo il 24 marzo abbiamo deciso di andare a provare Umami – Ramen Bar & Japanese Food, il nuovo ristorante di Marco Pucciotti (già Sbanco, Epiro, Santo Palato, Blind Pig e altri N locali) e dello chef Giuseppe Milana (già Pataclara).
Come tutti i locali di Marco, anche Umami si trova nella zona di San Giovanni, precisamente a Via Veio, 43. Una sola porta che si apre su una cinquantina di coperti, tavoli sulle tonalità del legno, colori caldi e una semplicità molto giapponese.
Un menu incentrato sul ramen, in quattro versioni: Toriniku con brodo di pollo, Yasai (vegetariano) con tofu e brodo di alghe, Umami con brodo di maiale e Spicy Umami. Noi abbiamo provato il Toriniku e l’Umami, entrambi molto buoni, a cui manca un pochina di verve ma per il primo servizio si può giustificare. Ottimi gli spaghetti, provenienti dal pastificio Secondi, leggermente diversi da quelli giapponesi classici ma che rimangono sodi e consistenti, anche grazie allo spessore. Una menzione speciale al pollo nel Toriniku, veramente morbido e gustoso, e all’uovo nitamago, perfetto, forse il più buono che abbia mangiato a Roma.
In aggiunta al ramen anche tanti sfizzi in carta, dal goma wakame (insalata di alghe giapponesi) alle chips di loto fritte, dal pollo fritto karaage ai takoyaki, dai bun al vapore ai gyoza in tre varianti. Noi abbiamo deciso di assaggiare i bun di maiale e i gyoza ai gamberi: i gyoza perfettamente croccanti, ricchi di sapori e accompagnati da un’interessante insalatina di germogli; i bun con pulled pork all’orientale veramente pazzeschi, un gusto mai provato prima, morbidi ma consistenti, ne avrei mangiati 10, ma purtroppo la porzione è solo da due.
Infine abbiamo assaggiato i dolci, che forse per la prima sera sono stati un po’ il punto debole del locale: il mio fidanzato è un fan accanito dei dorayaki e quindi abbiamo dovuto per forza assaggiarlo, mentre io ho deciso di prendere il gelato al the matcha. I gelati sono preparati da Marco Radicioni di Otaleg, una delle mie gelaterie preferite in città, ma questa volta sono rimasta un po’ delusa. Il the matcha era troppo predominante, al gelato mancava un fondo di dolcezza, che forse si poteva dare con un po’ di meringa o del cioccolato bianco. Il dorayaki invece era buono, fatto in casa ovviamente, anche se la marmellata di fagioli non era troppo saporita.
Ad accompagnare questo progetto culinario di Marco anche delle birre artigianali prodotte ad hoc, al momento c’è una Pacific Pale Ale ai luppoli giapponesi prodotta con Free Lions, e una selezione vastissima di sake e shochu.
Da provare assolutamente la prossima volta c’è lo shabu shabu di carne, un pasto completo nel quale arriva in tavola una ciotola di brodo bollente con la carne e tutti gli altri ingredienti da aggiungervi come verdure, spaghetti e altro.
Per quanto riguarda i prezzi, si rimane nella media dei ristoranti giapponesi di questo tipo: noi abbiamo speso in totale 54 € considati i due ramen, uno da 13€ e uno da 14€, due dolci, due antipati, una birra e un’acqua.
Ovviamente torneremo a provarlo spesso sia perché il ramen è un piatto che amo tantissimo, sia perché non vedo l’ora di provare anche tutte le altre pietanze del menu.
Umami – Ramen Bar & Japanese Food
Via Veio 43
€
Facebook
Leave A Comment